30 maggio 2004

La strana coppia Urbani-Ida Di Benedetto

Cercando di documentarmi sulla storia dello sciagurato decreto Urbani, ho letto dichiarazioni da parte del nostro magnifico ministro davvero molto specchiate a "tutela" del diritto d'autore. Parole molto alate del tipo "protezione della cultura", che non lascerà "che tutti i problemi del cinema, della musica, dello sport dilettantistico, della pirateria [sic!] vadano avanti come avviene oggi", ed "in maniera tale da innalzare nel contempo le dighe nei confronti di queste autentiche calamità". Ah, per inciso, se credete che le calamità di cui straparla si riferiscano a terroristi, alla camorra o alla mafia che rivendono illegalmente qualsiasi tipo di opera contraffatta, o a milioni di italiani ridotti sul lastrico dalle politiche sociali attuali vi sbagliate: sta parlando di chi sente o vede via internet una canzone dei Pooh o un film dei Vanzina.

Preso dalla curiosità e vagamente intimorito dalla statura morale del nostro grand'uomo ho fatto una ricerca su Google inserendo "giuliano urbani" ed ho appreso un sacco di cose interessanti sul nostro ineffabile ministro.

Intanto è nato a Perugia (la mia compresione per gli incolpevoli perugini) nel 1937, che è laureato in Scienze Politiche, ha avuto una carriera folgorante con un sacco di cariche, che è stato giornalista collaborando con "Corriere della Sera", "La Stampa", "Il Sole 24 ore", "Il Messaggero" ed "Il Giornale" e che ha avuto incarichi in Confindustria.

Ma sopratutto, è uno dei principali artefici della creazione di "Forza Italia": non a caso, possiede la tessera nr. 2 (indovinate di chi è la tessera nr. 1). Insomma, il nostro ineffabile è la quitessenza stessa di Forza Italia ed uno dei principali collaboratori di "colui che non si può nominare".

Durante la mia indagine all'amatriciana, mi hanno incuriosito diversi link che associavano il nostro uomo all'attrice napoletana Ida Di Benedetto. Una strana coppia davvero. Incuriosito dalla cosa, rieffettuo la ricerca con Google aggiungendo la stringa relativa all'attrice, inserendo quindi la stringa:
"giuliano urbani" "ida di benedetto"

Beh, se non sapete di già la storia, vi consiglio di farlo anche voi: ne vengono fuori di tutti i colori. Riassumo la vicenda per chi non avesse nè tempo nè voglia di seguire i vari link, che comunque potete verificare autonomamente. Mi scuso solo per chi queste cose le sapeva da tempo in quanto è da un po' che se ne chiacchiera ma per me sono state rilevazioni abbastanza sorprendenti, considerando l'alta statura morale del paladino delle tutele dei diritti dei cinemotagrafari.

In sintesi: a detta di Sgarbi, sembra che il nostro ineffabile ministro abbia una tresca con l'attrice napoletana Ida Di Benedetto e che questa abbia ricevuto ingenti finanziamenti di stato (quindi regalie fatte con i soldi nostri) per diversi film prodotti dalla Titania Produzioni, casa cinematografica fondata qualche anno fa dalla Di Benedetto.

Ovviamente si tratta di un'accusa infamante e la strana coppia si è trovata unita nello smentire le indiscrezioni dello Sgarbi. Sicuramente l'avranno querelato, mi sono detto. Investigando ancora trovo un link ad un articolo che riferisce invece di una querela della strana coppia non all'autore delle dichiarazioni (Sgarbi) ma ai curatori del programma Report di Rai3 che si erano limitati a raccoglierle.
Bah, penso, saranno delle beghe interne visto che militano nello stesso partito e che Sgarbi è stato addirittura suo sottosegretario. Anzi, ricordo che ad un certo punto è stato in qualche maniera "licenziato" dall'Urbani. Uhmm... vuoi vedere che c'è qualche relazione tra le due cose? Ciò non toglie la mia fiducia nella specchiata moralità del nostro magnifico ministro.

Continuo nella mia ricerca e mi imbatto nella registrazione della puntata di Report andata in onda il 4 aprile 2004 e dedicata alla crisi (quando mai) del cinema italiano. Il triangolo (Urbani-Di Benedetto-Sgarbi) a questo punto diventa un quartetto in quanto si aggiunge un'altra nostra conoscenza, l'Onorevole Gabriella Carlucci che in qualche maniera fa delle affermazioni che sembrano avallare le accuse infamanti dello Sgarbi. Non solo, asserisce che esistono almeno una ventina di testimoni che possono confermare i favoritismi ottenuti dalla suddetta Di Benedetto. Io non sono in grado di farmi un'idea precisa su chi dice il falso e chi la verità. Per vostra comodità e per permettervi di farvi un'idea della faccenda, riporto alcuni stralci della trascrizione della puntata di Report. Chi fosse interessato all'intera puntata, può consultarla direttamente al link su riportato.

SGARBI: Probabilmente sono una consuetudine. Cioè l'idea di finanziare amici o parenti o di utilizzare il danaro pubblico per consentire alla propria amante di affermarsi, che è esattamente quello che io ho denunciato per primo e che si è poi verificato sulle carte e che ha fatto niente di meno il ministro della cultura Urbani che dopo anni di astinenza, sua dal punto di vista sessuale, della sua partner dal punto di vista dei finanziamenti, ha realizzato la quadratura del cerchio: lui ha soddisfatto le sue esigenze sessuali e lei ha avuto i finanziamenti. Mi pare che le due cose, il nesso sia talmente perverso.

Mi sembra che questa cosa che ho indicato e non per mia invenzione ma attraverso dei documenti che mi sono stati forniti da un parlamentare della maggioranza che è nientemeno Gabriella Carlucci, la quale aveva i documenti con indicazioni di cifre a film che erano stati finanziati dal ministero e prodotti dall'amante del ministro, la quale non prendeva finanziamenti dai tempi di Craxi.

IDA DI BENEDETTO: Servacce, cameriere, camerieri, io non vogliono parlare di questo. Se lei è venuto per parlare di questo, ha sbagliato palazzo, quindi... me ne frego chi fa calunnie avrà avuto le sue citazioni, più di questo non posso fare. Sono infamie io ho la mia storia che parla per me, nono sono né una cialtrona da quattro soldi né…sono inattaccabile da questo punto di vista.

DOMANDA (a On. Carlucci): Che cosa vuol dire che in commissione l'hanno favorita?

GABRIELLA CARLUCCI: Si, ma non solo, scusa, lo scandalo più grave di tutti: fra la prima e la seconda commissione passano almeno sei mesi. Fra l'ICN e la commissione credito passano come minimo sei mesi. A lei le hanno fatto aprire la commissione ad agosto, per farle avere i soldi, anche di questo ci sono testimonianze.

Ci sono venti persone della maggioranza che sanno quello che sto dicendo. Ci siamo andati a leggere le carte perché poi hai le audizioni, devi fare le domande quindi devi sapere di cosa stai parlando. Già solo controllare i tempi che passano fra l'ICN e il credito ci ha fatto capire quanto tempo passa e come per lei, invece, è passato un mese.

AUTORE: Sono dichiarazioni fuori onda e per questo chiediamo scusa all'onorevole Carlucci.. Ma guardiamo le carte: i progetti della Ida di Benedetto sono stati approvati durante il governo Berlusconi e quindi con il ministro Urbani, ma la commissione che aveva scelto i film era ancora quella insediata dal ministro Melandri, rimasta in carica fino a luglio 2002. Eccetto per un solo film, "Damigella d'onore", prodotto dalla Titania, società della Di Benedetto, effettivamente approvato il 4 agosto 2003.

C'è addirittura si è aperta la commissione il 4 agosto per far passare questa "Damigella d'onore", un film di Chabrol.

GIOVANNI C. PROFITA (Direttore generale Sezione Cinema): Non so neanche a cosa si riferisca, non ricordo di una commissione fatta ad agosto anche se io quest'anno sono andato in vacanza soltanto una settimana con la mia famiglia, probabilmente quel film è stato approvato come sempre insieme a tanti altri film.

AUTORE: Non proprio tanti. Il 4 agosto ne sono stati approvati tre, ma solo la Titania ha avuto il finanziamento 2 mesi dopo, anzi a dire il vero ce n'è un altro, della Tangram film, approvato a settembre e finanziato a ottobre!

Beh, mi pare ci sia a sufficienza per farsi un'idea. La cosa davvero sorprendente è che all'interno della vicenda vi è un'altra "strana coppia": il ministro Urbani, da cui lo sgiagurato decreto contenenti le norme sul diritto d'autore prende il nome e l'On. Gabriella Carlucci che di quella legge è stata relatrice e, per certi versi, una velata oppositrice, anche se i risultati sono stati quelli che tutti conosciamo.

E per inciso, l'infame legge, oltre a criminalizzare e a minacciare la galera per milioni di italiani tacciandoli di "pirateria", cioè di rubare soldi ai poveri cinematografari, regala una montagna di soldi alle case di produzione cinematografiche. Ovviamente è del tutto casuale che la suddetta Di Benedetto abbia aperto qualche anno fa una casa di produzione cinematografica e che diversi suoi progetti siano stati approvati a tempi record.

Ripeto, io non sono in grado di esprimere giudizi di verità sulla faccenda. So solo che qualche tempo fa, qualcuno diceva riguardo ai politici: "non solo non devono esserci sospetti su Cesare, ma neanche sulla moglie di Cesare". Boh, forse c'è qualche clausola che esonera dal sospetto le amanti sospette.

Beh, comunque queste sono le cose, di pubblico dominio, presenti su internet sull'uomo co-fondatore di Forza Italia. Sicuramente a quest'ora si sarà chiarito tutto, Sgarbi sarà stato condannato per calunnia e la specchiata moralità del ministro ripristinata in toto. Se così non fosse, come è possibile che gli sia stato consentito di fare una legge che sbatte in galera chi scarica un film, magari della casa di produzione della Di Benedetto?

Se qualcuno ne sa di più, non se lo tenga per se...

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