26 giugno 2005

Il diritto d'autore espropriato all'autore

Qualche mese fa ero rimasto colpito dalla meschina vicenda in cui era rimasto coinvolto un sito tributo a De Andrè, tanto che era stato costretto alla chiusura. Di che delitto si era macchiato il suddetto sito? Di aver pubblicato i soliti "materiali protetti da diritto d'autore". Quali erano questi materiali? Testi, spartiti e file midi autoprodotti da un altro fan appassionato delle canzoni del grande Faber. Normale amministrazione sulla rete e per il mondo delle 7 (o giù di lì) note, ormai in preda di azzegarbugli e legulei.

Io ero rimasto al fatto che, come si rileva dalla lettera inviata dalla BMG Ricordi al povero webmaster del sito incriminato, fosse stata la stessa Fondazione De Andrè a segnalare i "delitti" dell'appassionato cultore dell'arte di Fabrizio. All'epoca ero rimasto schifato dal fatto che la Fondazione De Andrè, il cui unico scopo è quello di mantenere viva la memoria del grande cantautore genovese, si adoperasse per far tacere un sito tributo alla sua memoria.

In realtà non ero mai venuto a conoscenza della lettera che la Fondazione De Andrè aveva spedito allo sfortunato webmaster. Beh, ve la ripropongo perchè molto "istruttiva" su come funziona il diritto d'autore:

"La Fondazione Fabrizio De André O.n.l.u.s. è molto dispiaciuta dell’incidente occorso al sito De André Tribute.
Dobbiamo tuttavia precisare che la pubblicazione dei testi di Fabrizio non dipende dalla volontà della Fondazione bensì dalle Edizioni che ne sono proprietarie e, in quanto tali, concedono eventuali autorizzazioni al loro utilizzo.
Tale autorizzazione è stata negata persino allo stesso sito ufficiale fondazionedeandre.it che, peraltro, continua la sua attività di informazione costante su tutte le iniziative legate a Fabrizio."

In altri termini: la Fondazione Fabrizio De Andrè, il cui presidente è la signora Dori Ghezzi De Andrè e tra i membri vi sono anche i figli, non è proprietaria dei testi di Fabrizio De Andrè!

Ora c'è da ricordare che il diritto d'autore si estende per 70 anni dopo la morte dell'autore e, i puri di spirito penserebbero che tali diritti spettino agli eredi: alla moglie ed ai figli, quindi. Ed invece no. I diritti d'autore spettano ai "detentori" cioè, usualmente, gli editori. Beh, forse si capisce meglio perchè nel corso degli anni gli editori si sono profusi in "pressioni" asfissianti per far approvare trattati sovranazionali che aumentassero sempre più la durata del diritto d'autore: in circa un secolo la durata del diritto d'autore è aumentata di circa un secolo. Negli States la hanno già portata a 95 anni dopo la morte dell'autore e le solite lobby delle case discografiche stanno facendo pressioni per portarla a 90 anni, attraverso la loro solita mosca cocchiera: l'altrettanto solito Blair.

Davvero una vicenda meschina, gestita in modo miserevole dalla BM Ricordi. Mi spiace che la memoria di Faber sia irrimediabilmente rimasta invischiata. Il diritto d'autore è ormai un mostro giuridico che sta contribuendo gradualmente ad uccidere la musica.

Articolo precedente della serie: Samuele Bersani: dissociato?

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