27 agosto 2005

Google e terrorismo

(via Zeus News)

Qualche post fa dicevamo delle accuse rivolte a Google di infrangere il copyright per il suo straordinario progetto Google Print con cui il motore di ricerca vorrebbe mettere in linea il patrimonio culturale seppellito nelle biblioteche.
Gli attacchi a Google ed ai suoi splendidi servizi si arricchiscono di un ulteriore episodio. Non so se conoscete Google Maps e/o la sua variante tridimensionale, Google Earth. Beh, se non li avete ancora provati precipitatevi a cliccare sui precedenti link (può bastare anche solo Google Maps, in quanto Google Earth per ora non contiene immagini tridimensionali europee, e comunque richiede una installazione abbastanza laboriosa). Beh, la prima volta che l'ho porvato sono stato catturato per 3 o 4 ore consecutive e non riuscivo a staccarmi dal computer.

Cosa fa di straoridinario Google Maps? Semplicemente è come essere su di un areo e sorvolare a bassa quota qualunque posto del mondo desideriate. Con pochi clic o trascinamenti del mouse potrete spostarvi dove volete, anche se scommetto che le prime cose che andrate a vedere sarà il vostro quartiere o quello dove lavorate. E se abitate in una grande città, la risoluzione con cui potrete osservare i particolari è strepitosa. Google Earth aggiunge veri e propri "effetti specciali" tridimensionali, anche se per ora solo per le maggiori città americane. Insomma, una libidine. La foto qui sotto, con il cupolone e piazza S.Pietro, è giusto per darvene un'assaggio (e se cliccate sopra, la potete vedere ancora più ingrandita).


Bene. Qualcuno (un politcante olandese) è riuscito a vedere una minaccia in questa meraviglia della tecnica. La facilità con cui è possibile accedere a qualsiasi punto della Terra potrebbe favorire la preparazione di eventuali attentati terroristici. A parte la logica allucinante in un simile ragionamento (estremizzandolo, si potrebbe arrivare a togliere l'aria in quanto i terroristi la respirano durante l'esecuzione dei loro attentati), si trascura il fatto che le fotografie messe a disposizione da Google sono già da tempo facilmente reperibili per chi avesse bisogno di procurarsele.

La chiave di una simile avversione a questo servizio di Google (così come a Google Print e agli eccezionali servizi messi a disposizione dai ragazzi di Mountain View, sede della software house americana) è in una frase che un "esperto di terrorismo" olandese (come si fa a non sospettare di uno che si qualifica come "esperto di terrorismo"?) ha rilasciato ai posteri: "Free access to such images lowers the terrorism threshold". Ho capito: il problema è che l'accesso alle foto è gratuito, libero, aperto a tutti. Eh già, perchè sinora tali foto erano accessibile attraverso un normale servizio a pagamento offerto dalla società Keyhole, acquistata recentemente da Google. Secondo tale "esperto" di terrorismo, ed i mentecatti di politici che hanno ripreso le sue "preoccupazioni", il dover pagare qualche dollaro per procurarsi tutte le foto che vogliono costituiva un ostacolo insormontabile per la preparazione di attentati sofisticati.

Ancora una volta, quello che non piace al potere politico è questa possibilità di accedere direttamente alle fonti di conoscenza da parte di tutti, senza alcuna mediazione. L'infrazione al diritto d'autore o il favoreggiamento al terrorismo sembrano essere puramente strumentali.

Google ne sta preparando un'altra delle sue con Google Talk: di quale altro abominio sarà accusata questa volta?

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