15 febbraio 2006

Perchè ci occupiamo di politica

Continuiamo a ricevere diverse domande, più o meno costernate, che ci pongono tutte lo stesso quesito: perchè hitparadeitalia.it, apprezzato sito di canzonette e dintorni, si occupa di politica? Con espressione ormai abusata, la risposta più ovvia sarebbe: se voi non vi occupate di politica, è la politica ad occuparsi di voi. E le situazioni asimmetriche non mi sono mai piaciute...

Trovo un sincero disgusto per le persone che si dichiarano apolitiche. Anche perchè, in genere, sono le più idiote, le più pericolose. Sono quelle che consegnano una comunità al dittatorello di turno, quelle con la vocazione al regime. Sono quelle che, nella variante italiota, hanno permesso il ventennio fascista, il regime democristiano, l'attuale regime da barzelletta di "colui che non si può nominare".

Basta leggere un qualsiasi libro di storia per rendersi conto che la categoria meno significativa dal punto di vista dell’opposizione al fascismo fu quella degli apolitici, costituita per lo più da commercianti, amministratori e impiegati pubblici. Persone che, per il mestiere svolto, erano più facilmente tentati dal guadagno illecito, dalla corruzione e dai favoritismi finalizzati ad un tornaconto personale. Insomma, gente piccina, meschina.

Ovviamente non sto parlando di militanti di destra o di sinistra, di leghisti convinti o di forzitalioti affaristi: almeno hanno fatto una scelta e se ne assumono la responsabilità. Sto invece parlando di quelli che si credono imparziali, obiettivi, non schierati, "al di sopra delle parti". In realtà, alla mercè di qualsiasi opinionista da strapazzo.

C'è uno splendido pezzo di De Andrè e De Gregori, Le storie di ieri, che fotografa impietosamente tale genere di imbecilli e che più o meno dice così:
"mio padre è un ragazzo tranquillo,
la mattina legge molti giornali
è convinto di avere delle idee".

E poi, essere apolitici è una mera contraddizione in termini. In realtà si può tranquillamente asserire che gli apolitici siano i più politicizzati. Sono solo degli utili idioti. O, in termini più dotti, Pietro Gobetti sosteneva che i governi reazionari hanno sempre apprezzato la squisita utilità che viene loro offerta dagli apolitici. Ed un amico di Gobetti, Antonio Gramsci, affermava inoltre: "L'indifferenza opera potentemente nella storia. Opera passivamente, ma opera. È la fatalità; è ciò su cui non si può contare; è ciò che sconvolge i programmi, che rovescia i piani meglio costruiti; è la materia bruta che strozza l'intelligenza".

Se qualcuno si dichiara apolitico non è credibile. Sta facendo propaganda, e della peggior specie. Tanto più criminale perchè inconsapevole. Arma di distruzione di massa in mano alla fazione più retriva e reazionaria.

La grande contraddizione di questo articolo è che è dedicato agli apolitici. Ma se sei arrivato a leggere sin qui difficilmente sei apolitico. Una sorta di Comma 22...

La variante alla domanda "perchè vi occupate di politica" è costituita da "cosa c'entra la politica con la musica", quasi altrettanto idiota (e sono convinto che chi la pone è un apolitico). Ma di questo ne parliamo un'altra volta.

Invito solo ad una riflessione coloro che si chiedono perchè ci occupiamo di politica: un sito come hitparadeitalia.it, che mette a disposizione gratuitamente, una mole impressionante di dati e di informazioni, potrebbe esistere senza una precisa scelta "politica"? Un aiutino: ricordo che una delle definizioni di politica ha a che vedere con la "distribuzione delle risorse materiali e immateriali".

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Mi par di capire che "vi occupate di politica" per non sembrare "idioti" in quanto asserite, ripetutamente, che l'apolitico è spesso un idiota. Ma cosa significa realmente apolitico: colui che non si interessa di politica o colui che nella politica non trova una collocazione ?
Io personalmente non sono schierato, non lo sono in quanto non esistono alternative valide a permettermi di schierarmi. Il governo uscente è stato deludente quindi non lo voto, chi si pone come alternativa mi aveva deluso i cinque anni precedenti, perchè rivotarlo ?
Uno dei problemi principali è che i veri politici italiani, quelli che realmente conoscono il mestiere (e ce ne sono anche se pochi) non si espongono, lanciano in prima fila personaggi dalla dubbia moralità oppura dalle dubbie capacità.
Cosa facciamo quindi ?
Parlando con le persone si sente dire "il cdx non lo voto perchè ce lo ha messo proprio lì, voterò il csx anche se in tempi non troppo lontani ce lo ha messo proprio lì pure, però un po meno e allora lo voto". Ma se io proprio lì non ce lo volessi per niente ? E' troppo chiedere ciò ? Non credo, ma non esiste nessuno che mi dia la fiducia di non farlo ....

Saluti.
Francesco.M.

Anonimo ha detto...

Siete dei grandi...quelli di sinistra sparano ca**ate per andare al governo e farsi i fattacci loro...voi lo fate GRATIS al posto loro!!! siete dei grandi!! caspita chissà come mai blog di destra del genere li conti in una mano...w le chiacchere!

Anonimo ha detto...

Gli Italiani all' estero contano? Non contano niente? E' il dubbio amletico di tanti nostri connazionali sparsi un po' ovunque per il globo, soprattutto di quelli che, con molta fatica ma altrettanto impegno, si sforzano di rendere la vita degli italiani che risiedono fuori dallo Stivale più comoda, più dignitosa, più interessante, meno monotona: in una parola, più facile.
A questo dovrebbero servire le associazioni, i comitati, i patronati, ma anche le Ambasciate, i Consolati, i Comites, e naturalmente i 18 parlamentari eletti all'estero.

Gli italiani all'estero sono una grandissima risorsa per l'Italia, e nascondono dentro di sé un incommensurabile tesoro: la conoscenza, la memoria, la storia.
Mi auguro che, prima o poi, il governo, di qualunque colore sia, se ne accorga davvero, e la smetta di darci contentini o palliativi, di darci la caramellina per farci felici soltanto per un attimo.

Abbiamo bisogno di essere uniti per farci sentire, compatti, come nessun'altra forza sociale-politica italiana.

Quando riusciremo a fare questo, avremo la nostra grande rivincita.


LA TV PER GLI EMIGRATI ALL’ ESTERO.

Campionati di Calcio all´estero.Programmi per Bambini all´Estero?

grande é la gioia degli 800.000 italiani che vivono e lavorano in Germania -tanto grande che quasi quasi si rifiutano di essere Italiani.
Abbiamo una Televisione?
Esiste la RAI ?
Possiamo vedere i campionati di Calcio?
Possono i nostri Bambini vedere un Cartone animato parlato in Italiano?

la RAI che trasmette appunto tali campionati, e tali programmiall’estero è criptata, cioè, durante le partite, ha lo schermo completamente nero e non emette nessun suono, al punto che sembra spenta.

Ciò premesso, è facilmente comprensibile, invece, il malumore generale che regna presso la comunità italiana in Germania (e di tutti gli altri Paesi europei), che deve seguire le partite su altri canali stranieri con commenti poco congeniali.

Quando un servizio pubblico come la RAI (unica televisione in Europa a farlo) cripta i suoi programmi all’estero per avvenimenti dell’importanza dei campionati del mondo di calcio, è in gioco la dignità del Paese e di tutto un popolo.

Il fatto che in Italia, nessun giornale, nessun programma televisivo accenni a questo problema, che riempie d’ira e di scontento le comunità italiane all’estero, per l’umiliazione e la mortificazione inflitte e non meritate, è la prova del nove che il nostro non è ancora un Paese unito e solidale.

La RAI si giustifica, a parole, dicendo che non paga i diritti d’autore, che sono troppo cari, per cui non può trasmettere sul satellite il segnale in chiaro all’estero.

Abbiamo chiesto alla televisione francese, spagnola e tedesca, che pure non pagano i diritti d’autore, e ci hanno detto che nessuno le obbliga a criptare i loro programmi all’estero.

La Rai, in questi giorni, si è sempre rifiutata di emettere un comunicato per spiegare il perché di questo stato di cose, vissuto all’estero come una vera tragedia. Cosa sarà che glielo può impedire?

Io lo so cosa sará ad impedirglielo — sará la nostra rivoluzione di emigrati all´estero che non voteremo piú nessun partito — e che prima o poi rinnegheremo di essere Italiani.

Si prega di sondare questo argomento ed evidenziarlo in tutte
le associazioni, i comitati, i patronati, ma anche le Ambasciate, i Consolati, i Comites, e naturalmente ai 18 parlamentari eletti all’estero.
Gli Italiani all’ estero contano? Non contano niente? E’ il dubbio amletico di tanti nostri connazionali sparsi un po’ ovunque per il globo, soprattutto di quelli che, con molta fatica ma altrettanto impegno, si sforzano di rendere la vita degli italiani che risiedono fuori dallo Stivale più comoda, più dignitosa, più interessante, meno monotona: in una parola, più facile.
A questo dovrebbero servire le associazioni, i comitati, i patronati, ma anche le Ambasciate, i Consolati, i Comites, e naturalmente i 18 parlamentari eletti all’estero.

Gli italiani all’estero sono una grandissima risorsa per l’Italia, e nascondono dentro di sé un incommensurabile tesoro: la conoscenza, la memoria, la storia.
Mi auguro che, prima o poi, il governo, di qualunque colore sia, se ne accorga davvero, e la smetta di darci contentini o palliativi, di darci la caramellina per farci felici soltanto per un attimo.

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