05 aprile 2006

L'albero dei coglioni

Nel mondo dei venditori circola da tempo una figura retorica molto popolare: l'albero dei coglioni. Per ottenere risultati di vendita brillanti basta scuoterlo, ed i coglioni (pardon, i clienti) cadono giù come frutti maturi.

E da incallito venditore di patacche qual è, tu-sai-chi ha scosso l'albero dei suoi coglioni lunedì scorso, in chiusura del suo appello televisivo, promettendo di togliere l'ICI sulla prima casa. Basterebbe ciò per chiarire cosa colui che non si può nominare pensa dei suoi elettori: mentecatti che si bevono qualsiasi panzana. Ed i risultati gli hanno dato sinora ragione.

Questo ero quello che mi è venuto in mente dopo aver assistito al confronto televisivo tra i leader dei due schieramenti. Ma nel prosieguo della giornata sono venuto a sapere della sparata fatta dal Berlusconi che, per una curiosa congiunzione astrale, ha dichiarato testualmente: "Ho troppa stima dell'intelligenza degli italiani per pensare che ci siano in giro così tanti coglioni che possano votare contro i propri interessi".

Tutto torna. La figura retorica dell'albero dei clienti-coglioni, così popolare nella cultura dei venditori, irrompre prepotentemente dal subconscio del pataccaro: siete dei coglioni e per farvi cadere dall'albero devo scuotervi.

Ovviamente, tu sai chi non si rivolgeva ai suoi avversari, che da tempo hanno deciso di votargli contro, ma al suo elettorato, a quegli strani animali che sono gli indecisi, ai delusi: per scuoterli, per spingerli ad andare a votare, e reputandoli dei coglioni, non potranno che votare per i propri interessi. Propri di Berlusconi, si intende.