18 aprile 2008

Chi ci lascia/ Marisa Sannia

Un altro lutto che si è avuto lunedì scorso in Italia è la scomparsa di Marisa Sannia. Una icona del periodo forse di maggior successo della canzone italiana, quello verso il finire degli Anni '60, quando i Sanremo e le Canzonissima erano delle grandi saghe popolari. Per la precisione il grande pubblico la conosce pressochè per un solo brano, Casa bianca, scritto da Don Backy ed interpretato a Sanremo nel 1968 in coppia con Ornella Vanoni.

Ma nel suo repertorio c'è almeno un altro grande classico, quasi ignorato all'epoca della sua uscita, ma poi ripreso successivamente da 3 "mostri" della canzone italica quali Lucio Battisti nel 1976, Mina nel 1988 (nell'album "Ridi pagliaccio") sino a Vasco Rossi lo scorso anno che ne ha fatto uno dei maggiori successi del 2007 (è contenuto sull'EP "Vasco Extended Play", ancora in classifica ininterrottamente da quasi un anno). Stiamo parlando de La compagnia, composta da Mogol e Carlo Donida.

Parlare di Marisa Sannia e non parlare del suo pigmalione Sergio Endrigo è praticamente impossibile. Scoperta, prodotta e sponsorizzata dal grande cantautore dal 1967 al 1971, anno in cui scompare dalla ribalta nazionale, si dice, per l'ostracismo datole dalla tv di stato. All'epoca, una relazione extra-matrimoniale quale quella tra la Sannia ed Endrigo, era sufficiente per essere emarginati. Ora invece puoi essere dichiarato eroe anche con tre ergastoli sulle spalle. Francamente, mi risulta difficile sostenere che i nostri siano tempi più civili...

Fatto sta che la cantante cagliaritana è sempre stata sorretta da uno stuolo di autori di tutto rispetto: da Vito Pallavicini e Paolo dei suoi esordi con Tutto o niente, a Franco Migliacci, Luis Bacalov e Bruno Zambrini di Sarai fiero di me, al Paolo Limiti di Una lacrima, mentre di Endrigo, Mogol e Donida abbiamo già detto.

Negli anni successivi è divenuta un'interprete ed autrice molto raffinata, rilasciando album in dialetto sardo tratti da autori e poeti isolani, oltre ad un album dedicato a poesie giovanili di Federico Garcia Lorca.

Ma nell'immaginario collettivo resterà sempre la ragazzina acqua e sapone, maglione e calzettoni, o in casta minigonna, così come consegnata alla storia italica dalle trasmissioni tv Settevoci o Canzonissima.

Marisa Sannia Compilation

1966 - Sarai fiero di me
1966 - Tutto o niente
1968 - Casa bianca
1968 - Colpo di vento
1969 - Una lacrima
1969 - La compagnia
1970 - L'amore è una colomba
1970 - La sirena
1970 - La primavera
1971 - Com'è dolce la sera
1972 - Un aquilone
1984 - Amore amore


Articolo precedente della serie: Chi ci lascia/ Luciano Pavarotti

1 commento:

gloucester ha detto...

Cara Marisa,
ti abbiamo tutti un po' sottovalutata: a rivederti adesso in quel torno di tempo tra i sessanta e i settanta, quale rappresentazione di grazia e misura! E lasciare i luccichii del pop e metterti a studiare, tornandotene da dove eri venuta, comprendendo che l'equilibrio, l'integrità non sono merce che si trova sui banchetti della fama, e meno che mai saldando i brandelli di se stessi al pubblico fagocitante. Che belli i tuoi ultimi dischi: quanta cultura e quanto amore!
Tu che con il tuo esempio di stile ed intelligenza hai fornito un'alternativa alle centinaia di divi e divetti che hanno avuto una o più stagioni di fama e popolarità.
A voi che affollate i palinsesti domenicali, nonché gli orribili varietà serali imperniati e impregnati di nostalgia melensa e vomitevole, ci sono altre strade, percorretele!

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