07 ottobre 2008

Featured Artist Coalition: musica nuova dalla Gran Bretagna

Non c'è verso. E' sempre la Gran Bretagna a dettare legge in campo musicale. E questa volta non parliamo di un nuovo genere nè della qualità dei brani che arrivano d'oltre Manica. Stiamo parlando della rifondazione delle regole che hanno da sempre disciplinato il diritto d'autore, nientemeno.

Radiohead, Iron Maiden, Robbie Williams, David Gilmour, Verve, Kaiser Chiefs, Travis, Paul Oakenfield, Billy Bragg tanto per citare qualcuno dei nomi di un gruppo di circa una sessantina di artisti britannici. Cosa hanno fatto? Si sono coalizzati ed hanno fondato la Featured Artist Coalition con l'intento di far valere i loro diritti nei confronti dello strapotere delle case discografiche.

Eh già. Visto che le major continuano ad ignorare i profondi sconvolgimenti portati da internet nelle modalità di fruizione e di distribuzione della musica, sono gli artisti a prendere (finalmente) l'iniziativa e, attraverso un loro manifesto, enunciano un ambizioso programma in 6 punti che si prefigge capovolgere il rapporto con le case discografiche.

In estrema sintesi, la coalizione chiede che i diritti di sfruttamento delle loro opere restino nelle mani degli artisti piuttosto che in quelle delle case discografiche, come accaduto sinora. "La tecnologia digitale ha trasformato il modo in cui compriamo e ascoltiamo musica, alterando radicalmente i rapporti economici tra artisti e pubblico, ed il mondo del business che opera tra loro" dicono nel loro manifesto.

Insieme a cose sacrosante, come il principio del "use it or lose it" applicato ai detentori del copyright (in pratica, se detieni i diritti di un'opera, o li usi rendendola disponibile commercialmente o li perdi), vi sono altri un po' più discutibili in quanto solo tesi ad accaparrarsi una fetta più grande della torta. Ad esempio, vogliono equipare i diritti degli esecutori a quelli degli autori, ampliando ancora di più la sfera del copyright, già oltremodo oppressivo.

L'impressione è che, essendoci meno soldi da distribuire, ne chiedano di più per loro saltando la mediazione delle case discografiche. Il tutto nel momento di maggiore debolezza delle case discografiche che saranno costrette ancora di più ad una cura dimagrante.

Da queste parti non siamo mai stati teneri con le case discografiche ma c'è da riconoscere che senza la loro essenziale opera la musica come l'abbiamo conosciuta negli scorsi decenni non sarebbe esistita. E sinchè era tempo di vacche grasse, gli artisti si sono ingrassati insieme a loro senza brontolare più di tanto. Ad esempio, non è scritto nella legge ma nella prassi che debbano cedere interamente i loro diritti ad una casa discografica. Lo fanno perchè necessitano dei loro servizi e dei loro soldi per farsi conoscere e divenire delle celebrità. Le spese promozionali erano, e restano, piuttosto proibitive.

Insomma l'iniziativa, pur interessante, appare un po' corporativa e nessuno dei 6 punti cita minimamente i diritti dei consumatori, che poi sarebbero i loro clienti. Ad esempio, il diritto al "fair use" o la spropositata durata del diritto d'autore. Messa come l'hanno messa è una disputa piuttosto estranea che non ci coinvolge. E quindi non ci riguarda...

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Faccio notare che l'articolo è farcito di numerosi errori grammaticali...

chartitalia ha detto...

grazie, ma è un po' tutto il blog a contenere errori di battitura: ah, non esistono più i correttori di bozze di una volta...

Brid ha detto...

Mersia
1975: Irraggiungibile (Guarnera,M) - [#41]
1976: Superamore (Daiano - Felisatti,GP) - [#41]
1977: Amava
letra de musica e biografia.
obrigada - BRAZIL

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